Quasi tutti gli interventi di precisazioni, rivolti alla rubrica «Lettere alla Gazzetta» del quotidiano barese, inviati dal sottoscritto e dal dott. Felice Giovine, per questioni inerenti la scrittura e il dialetto di Bari, non sono stati pubblicati, in queste ultime settimane perché, a giusta ragione e con molto garbo, mi hanno fatto notare che le lettere superavano di molto le quindici righe messe a disposizione dei lettori. Però, spazio viene concesso, ad altri, specie a due persone che continuano a vantarsi di essere esperti e conoscitori del dialetto barese (uno, addirittura, esperto di dialetti (sic!) ).
Le note correttive inviate, appunto, alle incompetenti affermazioni di costoro non hanno trovato sfogo in detta rubrica. In queste si affermava, tra le altre cose, che, sin dal 2005, esiste una grammatica della lingua barese, al momento la più completa e aggiornata, opera dello storico, demologo, linguista Alfredo Giovine, ma che, pur possedendola, non è stata neanche consultata, parliamo del signor Felice Alloggio, il quale alle spiegazioni apparse il 3 e il 6 aprile scorso, circa il termine erroneamente riportato di “chiangiaminue”, dal giornalista Manlio Triggiani, riconoscendo l’errore ortografico, lo ha in seguito trascritto correttamente, “chiangiamìuue”, ricevendo il pubblico plauso nella nota che il dott. Felice Giovine gli ha indirizzato, confermando la giusta grafia. Infatti sia il titolo della lettera che il contenuto, recitavano «…se ognuno facesse un “bagno di umile riconoscimento”, Bari potrebbe vantare, prima fra tutte, una propria scrittura dialettale semplice e condivisa…».
Immancabile, il successivo 8 aprile, interviene il sig. Alloggio che ignorando totalmente la ricostruzione storica e cronologica del termine, detta sue istruzioni in chiave moderna, e, confermando la sua incompetenza negli studi della lingua barese, afferma: «…che il modo in cui scriveva il suo papà, don Alfredo Giovine, emerito cultore del dialetto barese, è ormai superato e che nessun dialettologo scriverebbe per esempio il nome della nostra città con due B (BBare). Questo perché non esiste dialetto e lingua al mondo in cui all’inizio di parola appaiono due consonanti e che le due consonanti le pronuncerebbero, comprensibilmente, solo chi ahimè soffre di capricciosa convulsa ripetizione di lettere e sillabe alfabetiche, cioè di balbùzie».
Ho risposto al signor Alloggio, avendo contrariamente allo stesso, perfetta conoscenza degli argomenti trattati, con una “lettera alla Gazzetta” che non è stata pubblicata, perché conteneva oltre le 15 righe messe a disposizione dalla rubrica. Un po’ lunga, forse, però interessante e di approfonditi studi del dialetto di Bari (grammatica e scrittura); e a proposito del rafforzamento sintattico iniziale, se fosse stata pubblicata anche quella del 28 luglio 2011, sicuramente il sig. Alloggio, non avrebbe avuto più modo di replicare. Ad ogni buon conto, essa ha poi trovato ospitalità nel mensile “U Corrìire de BBàre” del settembre 2011. Inserisco la lettera pubblicata nel summenzionato mensile barese.
Gentile Direttore,
il sig. Felice Alloggio mi chiama di nuovo in causa a proposito della frase in dialetto barese “Iì sò de BBare” e perché non avrei risposto alla due domande, circa il pronome personale ‘io’ che scrivo in barese “Iì” e Bari che scrivo con due (BB), “BBare”. Il sig. Alloggio, ha dichiarato di possedere la grammatica barese di Alfredo Giovine, sarebbe bastata una semplice consultazione per avere entrambe le risposte, oppure si contestino i preziosi scritti e studi di Alfredo Giovine, con serie argomentazioni. Numerose pagine sono state dedicate, dall’illustre linguista, al fenomeno “Iì”, non solo come pronome, ma anche come “iì” semidittongo e a quello della (i) come vocale prostetica, argomenti che giustificano il particolare fonema e il fenomeno delle due (iì) con la seconda sempre accentata. Lo stesso dicasi per il rafforzamento sintattico. Va evidenziato, che il raddoppiamento delle consonanti, non è caratteristica del sottoscritto tanto meno del mio maestro don Alfredo, ma è fenomeno grammaticale dei dialetti meridionali, contrariamente a quanto afferma il sig. Alloggio (…) “che in nessun dizionario di qualsiasi lingua, tanto più dialettali, esistono lemmi che hanno la doppia consonante iniziale”; mi piace, invece, segnalare, rimanendo nell’ambito pugliese, vocabolari e glossari di Conversano, Grumo Appula, Mola di Bari, Ostuni, Manfredonia, Trinitapoli, Poggio Imperiale, Brindisi, Maruggio e il «Dizionario di San Marco in Lamis», Levante Editore, Bari 2006, che alla lettera B, (da pag. 109 a 132), tutti i termini, dal primo all’ultimo, sono riportati con la doppia (B), compresa la voce Bari, scritta graficamente, come in dialetto barese “Bbare” (BBare). Certo lo spazio è limitato e non è possibile dilungarsi sul tema, invito, pertanto, il signor Alloggio e tutti i baresi interessati alla nostra bella lingua, a partecipare ai due incontri accademici nei prossimi 29 settembre e 6 ottobre a L’Eccezione, perché ci sia uno solo e non tanti e diversi dialetti baresi.
Signor Direttore, Le porgo i miei migliori saluti.
Gigi De Santis
www.dondialetto.it – Bari
Ecco, invece, la mia lettera inviata il 9 aprile 2012 non pubblicata.
Gentile Direttore,
desidero rispondere con cognizione di causa alla lettera del sig. Felice Alloggio, pubblicata l’otto aprile u.s., il quale è convinto che il dialetto scritto da Alfredo Giovine «…è superato e che nessun dialettologo scriverebbe per esempio il nome della nostra città con due B (BBare). Questo perché non esiste dialetto e lingua al mondo in cui all’inizio di parola appaiono due consonanti e che le due consonanti le pronuncerebbe, comprensibilmente, solo chi ahimè soffre di capricciosa convulsa ripetizione di lettere e sillabe alfabetiche, cioè di balbùzie». Lo studio della scrittura e della grammatica barese è cosa seria, va affrontato come qualsiasi lingua, evidenziando soprattutto i fonemi e i fenomeni della propria parlata, per cui pronunciare in barese le due B non si corre il rischio di balbettare, cose ben esplicate nella Grammatica Barese, di cui Bari è provvista e, al momento, la più completa, aggiornata e facilmente scorrevole. Ma si chiede l’Alloggio, qual è la differenza tra la scrittura dialettale barese superata del Giovine è quella adoperata oggi? Egli, sicuramente non conosce il fenomeno del rafforzamento sintattico che non è solo del dialetto di Bari, ma è prerogativa dei dialetti meridionali. Per ragioni di spazio, rimanendo nell’ambito pugliese, cito solo alcuni vocabolari e glossari di Conversano, Grumo Appula, Mola di Bari , Ostuni, Manfredonia, Trinitapoli, Poggio Imperiale, Brindisi, Maruggio e il «Dizionario di San Marco in Lamis», Levante Editore, Bari 2006, che alla lettera B, (da pag. 109 a 132), tutti i lemmi sono riportati con la doppia (B), compresa la voce Bari, scritta graficamente, come in dialetto barese “Bbare”.