Liriche
Il Natale è ancora per molti la festa per eccellenza che ogni anno viene a trasformare e avvolgere, in un abbraccio corale, uomini e cose. Riesce sempre ad emozionare facendo godere momenti di gioia e felicità soprattutto quando si racconta il Natale dei secoli trascorsi. Nella magica atmosfera natalizia, anche se oggi in tono assai minore, tutti si sentono bambini, fanciulli, ragazzi, perché il suggestivo periodo riporta alla mente quel Natale che non c’è più.
Se si è perso molto nella tradizione orale, da una generazione all’altra, per com’erano genuinamente raccontate le consuetudini del Natale, possiamo ritenerci fortunati nell’aver recuperato e custodito buona parte degli scritti, testimonianze, interviste, inseriti in libri, opuscoli, quotidiani, periodici e riviste di molti studiosi, autori e cultori della musa dialettale barese, i quali hanno contribuito notevolmente alla conservazione della memoria che va dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri.
Nel presente capitolo gusteremo il nostro Natale nei componimenti poetici sacri e profani deliziati in dialetto, dove poeti viventi e no, famosi e meno noti hanno sempre avuto una grande ispirazione nel rievocare l’evento più indicativo dell’anno estrinsecando ad ogni ricordo: lo straordinario, il misterioso, lo stupore e la meraviglia. Assaporeremo la sensibilità, la gaiezza, il fascino del periodo natalizio attraverso i temi della fede, la famiglia, l’amore, i mestieri, l’amicizia, il presepe, le ricorrenze, la nostalgia, l’emigrazione, la gastronomia, la briosità, le abitudini, in un’accurata scelta di poesie firmate in vari periodi che comprendono più di un secolo e mezzo di letteratura barese.